Il profilo inconfondibile dei monti sullo sfondo. Il Grappa che svetta a est, la valle, il fiume Brenta che si allarga verso la pianura e, da più di mille anni su una collina a un passo dal fiume, il castello che all’alba e al tramonto si colora a tinte accese. Il ponte coperto di legno che porta la firma di Andrea Palladio, il Ponte degli Alpini o Ponte Vecchio, nome affettuoso da amico di lunga con cui lo chiamano i Bassanesi. Questa, al primo sguardo, è Bassano del Grappa. Per scoprirla in profondità bisogna lasciarsi rapire dalle sue atmosfere; dal silenzio delle piazze, all’alba del lunedì, quando il centro storico si risveglia sfiorato dall’azzurro tenue del cielo e i suoni del mattino lo animano in un crescendo; dai colori del mercato, il giovedì e il sabato, quando tra una bancarella e l’altra si formano i capannelli o, ancora, dalle migliaia di giovani che nel fine settimana scelgono la città come luogo di festa e di incontro. Attraversandola a piedi, ci si può fermare di fronte ad architetture sospese tra Venezia e la sua anima orientale e linee alpestri che sanno già di Mitteleuropa e capire perché, complice la via d’acqua che dai laghi di Levico e Caldonazzo arriva all’Adriatico, la cadenza bassanese suoni identica al padovano, il dialetto che risalendo il fiume è arrivato fino ai piedi delle montagne. Storie che si intrecciano, atmosfere da scoprire e un’identità che ha attraversato i secoli. Questa è Bassano, cresciuta lungo il Brenta, con il profilo inconfondibile dei monti che si staglia sullo sfondo.
Il profilo inconfondibile dei monti sullo sfondo.